apparecchio acustico mini con sfondo

Da oltre un decennio i ricercatori stanno valutando con attenzione la relazione fra la mancanza di suoni che non arrivano al cervello a causa di problemi uditivi e le conseguenze che può causare questa deprivazione a lungo andare. Nel corso degli ultimi dieci anni è progressivamente emerso quali potenziali rischi corriamo se non aiutiamo adeguatamente il nostro cervello a restare più integro possibile.

 

Quando non mandiamo suoni al cervello o non li mandiamo in modo corretto, aumentiamo il rischio di isolamento e depressione, di perdita dell’equilibrio con conseguenti cadute, di demenza e Alzheimer. Le persone adulte con perdita uditiva aumentano la probabilità di problemi mentali fino a 5 volte di più, in base alla gravità della perdita.

Ma perché accade questo? Cosa succede dunque se non gestiamo bene la perdita uditiva?

 

Sicuramente aumentiamo lo sforzo di ascolto: facendo più fatica a riconoscere i suoni si deve lavorare di più per indovinare ciò che non viene capito. Questo vuol dire maggiore carico mentale che riduce le capacità di ricordare e svolgere attività. Il nostro cervello deve “riorganizzarsi” per far fronte a queste necessità utilizzando risorse visive e di altri sensi.

Tutto ciò, messo assieme, aumenta la velocità del declino cognitivo compromettendo la capacità di ricordare, di imparare, di concentrarsi e prendere decisioni.

 

Tutti noi, andando avanti con gli anni, subiamo una riduzione della materia grigia, e questo è normale, ciò che si è verificato è che questo processo accelera quando siamo costretti ad ascoltare in modo alterato. Allora si può dire che, in base a quanto appurato ad oggi, l’uso degli apparecchi acustici rallenta il declino cognitivo e l’insorgere della demenza? Da molteplici studi appare evidente che le abilità mentali, compresa memoria e concentrazione, si degradano più rapidamente in adulti con perdita uditiva rispetto a chi ci sente bene, ed è più veloce e precoce in chi non porta apparecchi acustici o impianti cocleari.

 

Oggi, giustamente, si parla tanto di prevenzione in molti campi della sanità, sul versante della salute uditiva questa prevenzione passa spesso inosservata poiché i legami con altre importanti patologie non sono adeguatamente sottolineati, relegando la perdita di udito al “semplice” calo fisiologico del passare degli anni. L’attenzione degli specialisti a livello mondiale sulle conseguenze del mancato trattamento dell’ipoacusia è comunque in continuo incremento; ulteriori, necessari, studi su questo importante argomento sono in corso, anche se è ormai chiaro che avere accesso a uno scenario acustico completo, ci preserva maggiormente dal rischio di isolamento sociale perché ci aiuta a non cambiare le nostre abitudini rimanendo in relazione con gli altri consentendoci di frequentare gli stessi ambienti, essere autonomi nella gestione delle nostre visite mediche o nel lavoro oppure semplicemente per capire cosa ci ha chiesto la cassiera del supermercato.

 

Se è vero che viviamo più a lungo, è indispensabile restare in forma perché sarà certamente una vita migliore per noi e per chi ci circonda, consentendoci di proseguire il nostro cammino negli anni in modo sano.

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